Mission possibile*

E’ il titolo di un progetto di ricerca-azione portato avanti da tre insegnanti, finalizzato alla riflessione metacognitiva di ragazzi con conclamate difficoltà! L’UDA proposta è stata caratterizzata da attività cooperative e collaborative al fine di renderli in grado di padroneggiare in modo attivo e personalizzato di strategie efficaci nei vari ambiti dell’apprendimento.      
Il Progetto di ricerca-azione con finalità strettamente metacognitive è stato pianificato in 10 incontri, al di fuori dell’orario scolastico con il numero di 15 ragazzi che si sono dimostrati interessati alla partecipazione. Sentirsi protagonisti di un apprendimento nuovo, con metodologie non solite, coinvolgendosi in attività dove ciascuno è importante e ha il suo ruolo attivo, dove le emozioni sostanziano la motivazione a mettersi in gioco, a comprendere, a ricercare, a studiare, hanno fatto superare gli ostacoli delle paure “di non riuscire”, “di sbagliare” e “della poca fiducia nelle proprie capacità”. I ragazzi si sono cimentati nella gestione di strategie didattiche al fine di rendere più efficaci gli apprendimenti e hanno imparato imparando. Sono partiti dalla individuazione/conoscenza del proprio stile cognitivo, hanno sperimentato la necessità di utilizzare modalità diverse di lettura (analitica, scorsa rapida del testo, selettiva) hanno imparato a distinguere i nuclei concettuali di testi di materie diverse, gestendoli in riassunti e sintesi, hanno appreso gli step necessari per pervenire alla costruzione di “mappe amiche” (psicopedagogista S. Rossi). Parallelamente agli incontri del Progetto di ricerca-azione (2 ore alla settimana), gli studenti nelle varie discipline scolastiche a scuola e a casa sperimentavano le azioni strategiche metacognitive apprese, con utilizzo sistematico delle stesse. I ragazzi hanno compreso la forza della motivazione e delle strategie per gestire un controllo efficace del loro apprendimento. Il metodo di studio che i ragazzi hanno fatto proprio non si pone in modo astratto e univoco ma come “empowerment cognitivo” e come prevenzione dell’insuccesso. Le insegnanti hanno lavorato con una condivisione di programmazione tra loro e, prima dell’avvio di ogni lezione con il gruppo di ragazzi. I tempi, il setting d’aula, i materiali, le attività finalizzate all’elicitazione (psicologia cognitiva), erano pianificate nei dettagli. Il compito di realtà è stato gradualmente preparato dai ragazzi: hanno, infatti, costituito a coppie una slide di sintesi per ogni incontro, realizzando così il PowerPoint che sarà presentato dagli stessi autori e protagonisti nelle 9 classi prime in fase di Accoglienza dell’anno scolastico appena avviato. – prof.ssa Antonella Barbuio

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