Il progetto

Il Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti di Milano ha tra le sue finalità il successo formativo degli studenti, l’inclusione e la realizzazione sociale di tutti gli adolescenti. Promuove, inoltre, iniziative sulla prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica con progetti di FSE sull’orientamento e la lotta all’abbandono scolastico.

Nell’ultimo decennio le attività del Cidi di Milano si sono ampliate sollecitando le scuole ad uno sviluppo di intervento atto a coinvolgere il territorio e la relativa collettività, costituita dai docenti, dalle famiglie, dagli educatori, dalle associazioni e dagli enti locali; in modo che ciascuno possa contribuire con le diverse sensibilità, a costruire e favorire una crescita inclusiva dei giovani adolescenti che, a vario titolo, si presentano come soggetti deboli, portatori di criticità che ne impediscono la piena realizzazione personale e l’inserimento nella società: dagli alunni di cittadinanza non italiana, agli alunni con disabilità, agli adolescenti problematici.

Il confronto tra scuole del Nord e del Sud, ha permesso, infatti, di individuare fenomeni analoghi sulla dispersione scolastica; il contesto sociale presenta ovunque significative situazioni di disagio culturale e socio-economico e i nuclei familiari sono spesso instabili e fragili, a volte assenti.

Il progetto si articola in Azioni

Il progetto quadriennale ruota sulle seguenti macroazioni:
1/2. Realizzazione e gestione dei 45 Presidi ad alta densità educativa;
3. Interventi a favore dell’utenza;
4. Network di sostegno alle famiglie;
5. Attività di formazione rivolta ai docenti e agli operatori;
6. Struttura e processi di gestione;
7. Comunicazione;
8. Monitoraggio e valutazione;
9. Impatto sociale.

L’intervento si caratterizza attraverso il coinvolgimento di un numero consistente di insegnanti, educatori e nuclei familiari; per ampliare la comunità educante riferita a ciascuna rete con la partecipazione di enti privati e pubblici, in modo che si possa allargare e meglio caratterizzare la rete di servizi.

Obiettivi

Il progetto qui presentato è innovativo perché affronta la lotta alla dispersione con un approccio globale basato su un intervento che mira a correlare le azioni pianificando un’offerta formativa integrata tra la scuola, il sociale e i servizi del territorio.

Il progetto punta a:
a) costruire nelle scuole 45 Presidi Educativi, intesi come nuovi ambienti di apprendimento, luoghi di incontro e di aggregazione, strutture sostenibili per dare continuità nel tempo a interventi di contrasto della dispersione che devono diventare parte integrante del PTOF;
b) promuovere nella scuola percorsi di recupero, integrati anche con gli enti e i servizi educativi, che trovano nella rete del territorio il punto di coordinamento dell’offerta rivolta a diverse tipologie di dispersione agendo anche sul versante dell’assistenza alle famiglie disagiate;
c) affinare le competenze professionali degli insegnanti, per analizzare i bisogni formativi, individuare i segnali precoci di abbandono, progettare strumenti da applicare nell’attività di formazione con studenti svantaggiati.

Il progetto si connota per diversi elementi innovativi

I Presidi educativi: ognuno sarà caratterizzato come spazio polifunzionale, luogo di aggregazione fra scuola, attori del sociale e servizi, famiglie e studenti.
Le Scuole capofila si faranno promotrici, anche attraverso azioni di informazione e comunicazione, del coinvolgimento di tutti coloro che formano la comunità educante del territorio di riferimento, offrendo tempi e luoghi ove processi di confronto e dibattito possano avere luogo.

Il modello che si intende definire e realizzare si evidenzia tramite metodologie e pratiche, che si attuano mediante:
a) la realizzazione di percorsi di formazione finalizzati alla crescita professionale di docenti, dirigenti e operatori del terzo settore per valorizzare la professionalità dei partner;
b) la promozione e costruzione di un network di sostegno alle famiglie degli alunni in area povertà, coinvolgendole nel processo educativo dei figli, dando loro sostegno e recuperando la loro energia sociale, le loro competenze, aprendole ai servizi presenti sul territorio;
c) il rinnovamento delle metodologie didattiche, utilizzando strategie flessibili task-oriented e attività di valorizzazione e recupero delle competenze informali e non formali possedute dagli studenti in area dispersione.

Famiglie

Uno degli obiettivi del progetto è coinvolgere le famiglie, la loro responsabilizzazione potrà migliorare i contesti di degrado, di povertà materiale, di microcriminalità e contesti migratori, nei quali cresce la povertà educativa. Le attività che saranno svolte per la loro inclusione attiva in esperienze aggregative, potranno facilitare i rapporti tra genitori e figli con le istituzioni scolastiche e potranno contribuire a stimolare il senso di comunità e appartenenza al territorio.

Il monitoraggio e la valutazione

Il sistema di monitoraggio assicura la partecipazione di tutti gli attori e ha l’obiettivo di tenere sotto controllo il progetto per verificarne l’andamento, registrarne gli scostamenti, individuare le soluzioni più opportune, supportare il processo di valutazione. La valutazione di impatto è svolta dall’Università Statale di Milano, Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali; e il modello utilizzato è basato sulla raccolta di dati osservabili riferiti a indicatori coerenti con l’obiettivo finale del progetto: “ridurre il tasso della dispersione scolastica puntando su strategie formative innovative, inclusive”. La documentazione è resa disponibile a tutti i partner utilizzando un’area web riservata.

Le reti territoriali

Nel progetto sono coinvolte 9 regioni di cui 4 al Nord (Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria) e 5 al Sud e nelle isole (Puglie, Campania, Basilicata, Sicilia, Sardegna). In ognuna si è costituita una rete di istituti scolastici, associazioni, enti no-profit con specifiche peculiarità territoriali, per un totale di 45 scuole e 20 operatori sociali.

Il profilo nazionale dell’intervento ha come obiettivi:
a) mettere a confronto realtà diverse fra loro, ma con forti elementi di condivisione,
b) sperimentare un modello di contrasto alla povertà, basato sulla centralità della scuola e sulla costruzione di una forte interazione tra scuola, famiglia e il sociale,
c) attuando concretamente un modello di “scuola aperta al territorio”.